

Musica popolare live in crescita, indotto da 4,5 miliardi
AssoConcerti, nel 2024 39mila live e 24 milioni di spettatori
(di Claudia Fascia) Quello degli spettacoli dal vivo in Italia, e più in particolare della musica popolare live - dopo lo stop negli anni del covid -, è un mercato florido, in crescita, che produce indotto e muove il mercato, ma che mette in evidenza anche qualche ombra legata soprattutto alle strutture ancora carenti (in Italia solo 3 palazzetti, Milano, Torino, Bologna - hanno una capienza oltre i 10mila spettatori, Roma si ferma a 7mila) e al divario territoriale (Napoli non ha un palazzetto). Se ne è parlato, dati alla mano, stamattina a Roma al ministero della Cultura, durante "La Canzone Popolare Live. Dati e Prospettive", seconda edizione del convegno promosso da AssoConcerti, che raggruppa i più importanti organizzatori e produttori di musica dal vivo, con il patrocinio del Mic. La fotografia che è stata scattata è di un comparto che muove, come ha sottolineato il sottosegretario alla Cultura Gianmarco Mazzi, un "indotto complessivo, generato da concerti e festival di musica popolare nel 2024, che ammonta a circa 4,5 miliardi di euro", secondo quanto elaborato dallo studio commissionato da AssoConcerti. Risultati che lo rendono "una delle principali industrie culturali del Paese". Perché la musica popolare non è solo intrattenimento, ma ha un impatto anche sul piano economico, con ricadute sul territorio che riguardano hotel, ristoranti, trasporti, commercio e sul lavoro con migliaia di persone impegnate. Partendo dai dati Siae, nel 2024 i concerti Pop, Rock e Leggera sono stati quasi 39mila (59% del totale dello spettacolo dal vivo), attraendo la quasi totalità del pubblico e degli introiti del comparto, con 24 milioni di spettatori e una spesa complessiva intorno ai 900 milioni di euro. Le imprese associate ad AssoConcerti hanno organizzato 1.840 concerti che hanno richiamato 8,4 milioni di spettatori e generato oltre 519 milioni di euro di spesa, ovvero il 58% del totale. Lo studio commissionato da AssoConcerti sul valore della musica dal vivo ha analizzato oltre 20mila interviste, prendendo in considerazione alcuni degli eventi principali della scorsa estate. Milano si conferma capitale della musica dal vivo con circa 400 milioni di indotto, così come Roma ha attratto oltre 170 milioni grazie ai live di Coldplay e David Gilmour. Il Lucca Summer Festival si conferma un modello virtuoso di turismo culturale, con un impatto di oltre 77 milioni di euro, mentre il festival La Prima Estate (Lido di Camaiore) ha generato oltre 7,5 milioni in una località di medie dimensioni. Gigi D'Alessio a Napoli ha prodotto quasi 18 milioni di euro. I problemi, però, non mancano e "il settore - leva strategica per l'economia nazionale - affronta ancora diverse criticità - ha spiegato il presidente di AssoConcerti Bruno Sconocchia -, tra cui divari territoriali (con il nord-ovest che la fa da padrone per numeri e indotto - il 31% della spesa si registra in Lombardia - e il sud fanalino di coda), forte stagionalità con picchi tra metà giugno e metà settembre, aumento dei costi e ostacoli burocratici. E sconta un pregiudizio culturale per cui esiste musica colta e musica leggera. Per questo AssoConcerti chiede un riconoscimento sostanziale alle istituzioni, attraverso cui promuovere una politica industriale". AssoConcerti chiede una rapida approvazione del Codice dello Spettacolo ("non arriviamo al 2027") e provvedimenti a sostegno come un fondo per la produzione di tournée di artisti italiani; un tavolo interministeriale per promuovere la cultura musicale italiana all'estero; investimenti in infrastrutture moderne, con particolare attenzione al Sud Italia. Per il presidente dell'Agis Francesco Giambrone, "alla musica popolare contemporanea è andata anche peggio della danza. Dobbiamo uscire dal pregiudizio che il comparto non debba essere sostenuto dallo Stato. Non ci sono solo i grandi eventi". Questi ultimi - oltre i 10mila spettatori - impattano, del resto, solo per lo 0,69% sul totale degli eventi (269 live), ma incassano il 44% del totale (e l'80% è organizzato dalle imprese associate ad AssoConcerti). Sono quasi 35mila (34.809) gli spettacoli che non arrivano a mille persone e a 4mila euro di incasso. Disponibili ad affrontare le problematiche del mondo degli spettacoli dal vivo i senatori intervenuti alla tavola rotonda: Paolo Marcheschi (FdI), Cecilia D'Elia (Pd), Luca Pirondini (M5s) e Dafne Musolino (IV-C-RE). Il presidente della commissione Cultura della Camera Federico Mollicone ha sottolineato come sia in discussione una proposta per la detrazione dei consumi culturali. Durante il convegno, è emerso anche come il futuro del comparto si giochi anche sul terreno complesso dell'intelligenza artificiale, di cui il live forse potrà avvantaggiarsi senza esserne travolto. Intanto i primi dati parziali del 2025 evidenziano la conferma del trend positivo.
E.Adams--PI