

Nasa chiusa per lo shutdown, a casa oltre l'80% dei dipendenti
La sospensione non dovrebbe interferire con il programma Artemis
Anche la Nasa ha chiuso i battenti per colpa dello shutdown dovuto alla mancata approvazione del bilancio da parte del Congresso. Sono più di 15.000 i lavoratori in congedo forzato, mentre sono circa 3.000 quelli che restano in servizio per garantire le missioni che non possono essere sospese senza mettere a rischio la sicurezza degli astronauti, l'hardware critico o quelle che sono considerate le massime priorità dell'amministrazione Trump. Lo indica l'ultimo aggiornamento del piano di chiusura della Nasa pubblicato il 29 settembre. Rispetto alla versione precedente, che risale a due anni fa, il numero di congedi forzati è stato ridotto di circa 2.000 unità, probabilmente per garantire il proseguimento del programma Artemis per il ritorno sulla Luna, come sottolinea il sito Space.com. Solo pochi giorni fa l'agenzia spaziale statunitense aveva infatti annunciato un'accelerazione sui tempi per arrivare a lanciare già a febbraio la missione Artemis 2 con i quattro astronauti che voleranno intorno alla Luna. L'obiettivo dichiarato dai vertici della Nasa e dalla Casa Bianca è quello di battere sul tempo la Cina nella nuova corsa allo spazio. "Un'altra aggiunta alle ultime linee guida per lo shutdown della Nasa - si legge ancora sul sito Space.com - include una direttiva che limita l'uso dei fondi residui (avanzi dell'assegnazione di bilancio dell'anno scorso) alle 'priorità presidenziali'. Esperti di politica spaziale affermano che questo linguaggio è insolito e potrebbe riflettere un tentativo più ampio di dare priorità alle iniziative della Casa Bianca durante una sospensione dei finanziamenti". Per quanto riguarda le missioni critiche che non possono essere interrotte, la Stazione spaziale internazionale rimane operativa, con controllori di volo e ingegneri che lavorano 24 ore su 24 per garantire la sicurezza degli astronauti e il funzionamento dei sistemi. Anche i satelliti meteorologici e di osservazione della Terra, considerati vitali per la sicurezza pubblica, continuano a funzionare, garantendo la disponibilità di dati su condizioni meteorologiche, disastri naturali e detriti spaziali.
J.Hill--PI