Philadelphia Independent - Letti con l'IA i pensieri dei topi, dall'analisi del muso

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Letti con l'IA i pensieri dei topi, dall'analisi del muso
Letti con l'IA i pensieri dei topi, dall'analisi del muso

Letti con l'IA i pensieri dei topi, dall'analisi del muso

Nuova porta per lo studio del cervello, ma rischi per la privacy

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Leggere i pensieri dei topi dalla sola analisi del muso: è riuscito a farlo il gruppo di ricerca internazionale guidato da Fanny Cazettes, del Centro nazionale francese della ricerca scientifica e dell'Università di Aix Marseille, con l'aiuto dell'Intelligenza Artificiale. Lo studio pubblicato su Nature Neuroscience dimostra che l'analisi dei volti con l'IA può essere anche la porta per analizzare l'attività cerebrale umana e un rischio per la privacy. Il risultato arriva al termine di un percorso di ricerca iniziato nel 2023 quando i ricercatori avevano dimostrato, attraverso dei test in laboratorio, che i topi chiamati a risolvere un enigma per la ricerca del cibo mettono a punto delle vere e proprie strategie. In quei test i ricercatori avevano osservato come fosse possibile riconoscere, sia dal comportamento dei topi che dall'analisi dell'attività neuronale, le differenti strategie scelte. Il passo successivo è stato l'analisi dei muscoli facciali, ossia l'uso di telecamere ad alta definizione i cui dati sono stati analizzanti utilizzando algoritmi di apprendimento automatico. Da queste analisi i ricercatori hanno scoperto con sorpresa che i movimenti del muso erano altrettanto informativi quanto l'attività dei neuroni: schemi facciali simili rappresentano, anche in topi diversi, le stesse scelte di strategia. "Questo suggerisce - ha commentato Davide Reato, uno dei coautori dell'Università di Aix Marseille - che il riflesso di specifici schemi di pensiero a livello di movimento facciale potrebbe essere stereotipato, proprio come avviene con le emozioni". Secondo gli autori, questa scoperta apre le porte a un nuovo modo non invasivo per lo studio del cervello, tuttavia, "avere un accesso così facile ai contenuti nascosti della mente - scrivono gli autori - potrebbe dare un importante impulso alla ricerca sul cervello. Risultati che evidenziano anche la necessità di iniziare a pensare a normative per proteggere la nostra privacy mentale".

E.Perez--PI