Philadelphia Independent - Obesità, primo algoritmo europeo per la terapia farmacologica

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Obesità, primo algoritmo europeo per la terapia farmacologica

Obesità, primo algoritmo europeo per la terapia farmacologica

Farmaci semaglutide e tirzepatide tra le opzioni più efficaci

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Il primo algoritmo europeo per la terapia farmacologica dell'obesità, per fornire ai professionisti sanitari strumenti sempre più precisi, capaci di migliorare la cura e la prevenzione a lungo termine. Questo lo strumento sviluppato dalla European Association for Study of Obesity (Easo), delineato in un documento pubblicato su Nature Medicine da un team multidisciplinare tra cui figura Paolo Braccia, professore ordinario di Medicina interna del Dipartimento di Medicina dei sistemi di Roma Tor Vergata e direttore Uoc Medicina interna e del Centro medico dell'obesità del Policlinico Tor Vergata. I farmaci semaglutide e tirzepatide rappresentano oggi le opzioni più efficaci, e per questo l'algoritmo li indica come trattamenti di prima scelta nella maggioranza dei casi. Si tratta del primo documento europeo che mette ordine tra le diverse possibilità farmacologiche e che stabilisce criteri condivisi per la loro applicazione clinica. Il nuovo algoritmo propone per la prima volta un approccio che tiene conto non solo della perdita di peso, ma anche delle diverse complicanze associate all'obesità come il diabete di tipo 2, le patologie cardiovascolari o la stenosi epatica. Per Sbraccia esso "rappresenta un punto di svolta", in quanto "traduce la ricerca scientifica in uno strumento pratico per la clinica. L'obesità non è una condizione temporanea ma una malattia cronica, che richiede un trattamento continuativo e personalizzato. Offrire ai medici criteri chiari per la scelta del farmaco più adatto significa migliorare la qualità delle cure e prevenire molte delle complicanze più gravi". Secondo il documento, la terapia farmacologica deve essere scelta in base alla presenza o assenza delle complicanze legate all'obesità. Non basta, quindi puntare esclusivamente alla riduzione del peso corporeo: occorre valutare il quadro generale del paziente, i rischi metabolici e cardiovascolari, la risposta clinica e la sicurezza del trattamento. "Grazie ai nuovi farmaci - aggiunge Sbraccia - è possibile ottenere risultati che fino a pochi anni fa sembravano impensabili. Ma il vero progresso è imparare a usarli nel modo giusto, integrandoli in un percorso terapeutico personalizzato". L'algoritmo, conclude, "aiuta a considerare l'obesità per ciò che realmente è: una malattia complessa che merita attenzione, competenza e continuità".

L.Lewis--PI